Nel mondo del Babywearing solitamente sono le mamme che si affacciano alle Scuole di Babywearing per diventare Consulenti perché pensano che magari dopo la maternità possa diventare un lavoro. Molte negozianti come me hanno approcciato il mondo del Babywaering per essere più preparate e offrire a Mamme e Papà oltre che fasce e supporti anche il servizio della Consulenza.
Nei miei corsi sul Babywearing ho conosciuto Claudia, personalità estremamente forte, ragazza simpatica, preparata! Mi ha colpito conoscere la sua storia e oggi, nel nostro Blog, voglio raccontarvela. Anzi, ve la faccio raccontare da lei.
“Ciao Claudia e Benvenuta! Nel tuo caso il Babywearing fa proprio parte del tuo lavoro, non come Consulente, ma come Educatrice. Mi affascina molto questo aspetto e, al tempo stesso, mi incuriosisce, perché abbiamo anche la stessa formazione universitaria 😊”
Lascio la parola a lei che è la nostra protagonista! 😊
*Chi è Claudia? Claudia sei giovane, come ti è venuta questa idea? Che Ruolo rivesti al Nido Sognidoro? Qual’è la tua formazione pregressa?*
“Claudia è una educatrice di nido, con una formazione scientifica ed una laurea in scienze dell’educazione. Nel corso della mia vita ho sicuramente imparato a integrare saperi differenti e al mondo del Babywearing ci sono approdata con questo spirito, come con altri progetti che sono nati nella mia mente e ho poi deciso di integrare nella proposta educativa del nido. Sicuramente ha inciso la decisione di avviare un nuovo servizio e di occuparmi della sua gestione. Dopo pochi mesi ho trovato la mia strada a livello di pensiero educativo e pedagogico, e al Babywearing sono approdata dopo circa un anno dall’apertura. Mi piace molto formarmi di continuo, così quando ho trovato un corso per diventare peer babywearing mi sono molto incuriosita. Mi sono avvicinata al mondo del portare, del quale ero completamente digiuna, e alla proposta di continuare il corso per diventare consulente mi sono detta: “e se portassi il babywearing al nido?”. Ah, dimenticavo. Io non sono ancora diventata mamma…“
*Come nasce il Nido Sognidoro? Quanti bambini accoglie? Da chi è gestito?*
“Il nido Sognidoro nasce nel 2018 come nido famiglia, e dopo soli due anni si ingrandisce diventando nido a tutti gli effetti e passa quindi da una capienza di soli 5 bambini ad una di 20. Il nido si trova ad Albano sant’Alessandro, in provincia di Bergamo, ed è gestito dall’Associazione Ohana nella quale io ricopro il ruolo di Presidente”
*Nel Manifesto è proprio indicato “Pratichiamo il Babywearing” – sei solo tu Claudia o ci sono altre colleghe che lo praticano??*
“Quando ho deciso di diventare consulente gestivo il nido famiglia ancora da sola, ma pensavo già in grande: sognavo di ingrandire la capienza, di avere delle colleghe e di poterle formare adeguatamente per portare, e per portare in sicurezza. Ora tutto questo è realtà. Le colleghe che ho personalmente formato sono state due, entrambe non-mamme, mentre una terza già portava. Ognuna di loro ha scelto il supporto che hanno ritenuto più comodo per loro, aiutate dal fatto che al nido c’è una fascioteca fornita di diverse tipologie di supporti.”
*Ci sono delle mamme che poi ti chiedono una Consulenza per portare anche “a casa” il loro bimbo?*
“È capitato, certo. Ma succede soprattutto di essere scelte perché è una modalità di accudimento già conosciuta a casa. Molte delle mie mamme, infatti, sono mamme già portatrici…”
*Quali sono le altre “cure” offerte ai piccoli del Nido?”*
“Sfondi una porta aperta. Ogni anno ci aggiungo qualcosa, le idee per ora non mancano. Comincio col dire che ho portato i pannolini lavabili al nido, per tutti, sdoganando un mito spesso invalicabile ed in stretta collaborazione con ATS Bergamo che si è dimostrata molto attenta alla questione ecologica. Tra i vari progetti cito anche la lingua dei segni e la proposta della lingua inglese, che di fatto ci rendono un nido trilingue, anche se sicuramente il nostro approccio è più esperienziale che didattico. Ci siamo formate anche sul metodo Litigare bene di Daniele Novara, celebre pedagogista, che ci ha insegnato sostenere la gestione in autonomia del conflitto. Poi sosteniamo l’autosvezzamento, l’allattamento a termine e un approccio sereno al cibo, proponiamo l’ambientamento in tre giorni e la Pet education con il cane e il coniglio e, infine, abbiamo scelto di essere seguiti da una pedagogista interna. Insomma, la proposta è varia!”
*Quali sono le maggiori soddisfazioni nel tuo lavoro e quali le maggiori difficoltà?*
“Le soddisfazioni più grandi me le donano i bambini, fonte inesauribile di meraviglia per ciò che sanno fare e sanno creare. Loro sono la mia più grande soddisfazione. Tra le difficoltà cito le relazioni con le famiglie, spesso tortuose e piene di insidie ad ogni angolo, soprattutto in un periodo come questo dove la soglia di attenzione sulla sorveglianza sanitaria rimane molto alta, mentre i problemi di conciliazione lavoro-famiglia sono rimasti praticamente gli stessi. Si tratta di mediare, ma si creano anche tanti legami significativi con tante mamme, tanti papà, e anche con tanti nonni. Relazioni che portiamo nel cuore ogni volta che ci risentiamo anche quando i bambini non frequentano più il servizio. Fatica e sacrifici abbondantemente ripagati.”
*C’è qualcosa che cambieresti nell’approccio al Babywearing?*
“Domanda strana, ma effettivamente mi porta a riflettere. Se dovessi cambiare qualcosa, direi sicuramente eliminare il troppo tecnicismo, perché a lungo andare ci fa perdere molto la relazione con la mamma e con il bambino. Quando si parla di babywearing, si parla di una relazione tra due persone che si sta rafforzando. O della necessità di accudire altri bambini intanto che ne tengo in braccio uno. Ecco. Si tratta di cura e di necessità del portatore e del portato. I tecnicismi lasciamoli sui libri. Qui si parla di altro.”
Grazie Claudia per aver condiviso con noi la tua esperienza e il tuo lavoro!! Sei stata illuminante!
Vi lasciamo il link alla pagina del Nido Sognidoro, per qualsiasi informazione scrivete!